giovedì 18 aprile 2013

Quando lo stress fa bene


LM&SDP
Quando sentiamo parlare di stress, la prima cosa che ci viene in mente è un qualcosa di negativo.
Noi stessi utilizziamo la parola “stress” quando vogliamo far notare che siamo stanchi, nervosi o appunto “stressati”.
Però, secondo gli esperti, questo non è sempre vero, e non tutto lo stress è negativo o fa del male; anzi, vi sono alcuni tipi di stress che invece pare facciano bene a mente e corpo.

Vivere senza stress – o stimoli – è praticamente impossibile. E anche improponibile: senza motivazioni si sprofonderebbe nella noia totale, quand’anche nella depressione.
Per contro, un eccesso di questi può generare ansia, nervosismo e disagi vari sia a livello mentale che fisico – e, in alcuni casi, anche malattie.
La soluzione, come sempre, si trova nel mezzo, nell’equilibrio. Una giusta quantità di stress, spiegano infatti gli scienziati, migliora prestazioni e salute.

«Una certa quantità di stress è buona cosa – sottolinea nella nota UCB la dottoressa Daniela Kaufer, professore associato di biologia integrativa presso l’Università della California a Berkeley – Serve a condurci a ottimali livelli di vigilanza, prestazioni comportamentali e cognitive».
Lo studio condotto dai ricercatori UCB mette in luce proprio come lo stress acuto, di breve durata e non cronico, stimola il cervello per migliorare le prestazioni.

Insieme alla collega Elizabeth Kirby, la professoressa Kaufer ha sperimentato gli effetti dello stress su modello animale, scoprendo che brevi ma significativi eventi stressanti causavano la proliferazione di cellule staminali in nuove cellule nervose nel cervello. Dopo due settimane, poi, miglioravano le prestazioni mentali.
«Ritengo che eventi stressanti intermittenti siano probabilmente ciò che mantiene il cervello più vigile, e si eseguono meglio i compiti quando si è attenti», ha aggiunto Kaufer.

Poiché l’intento dei ricercatori era anche osservare come sia lo stress acuto che cronico possano influire sulla memoria, in questo studio ci si è focalizzati sull’ippocampo – quella regione del cervello coinvolta proprio con la memoria e che è molto sensibile agli ormoni dello stress, i glucocorticoidi. L’ippocampo è anche una delle due aree cerebrali che generano nuove cellule negli adulti.
La ricerca si è concentrata sulle cellule staminali neurali: cellule che sono ritenute una sorta di cellula cerebrale generica o progenitrice che, a seconda degli inneschi chimici, può maturare in neuroni, astrociti o altre cellule cerebrali.

Il problema della memoria, quando l’ippocampo è sottoposto a stress, è legato alla produzione dei nuovi neuroni. Lo stress cronico pare infatti sopprimere la produzione di nuovi neuroni da parte dell’ippocampo, per cui si ha un’alterazione della memoria.
Non solo: lo stress cronico ed elevato, si sa, aumenta i livelli di ormoni dello stress circolanti nell’organismo e, questo, predispone al rischio di sviluppare malattie cardiache, depressione e anche obesità. Dello stress acuto e dei suoi effetti invece si sa ancora poco, fanno notare gli autori.

Si è così proceduto a osservare gli effetti dello stress acuto nei modelli. Le azioni stressanti hanno prodotto livelli ci corticosterone pari a quelli che si verificano nello stress cronico, tuttavia questo fenomeno è durato soltanto poche ore. A differenza dello stress cronico, questo evento ha fatto raddoppiato la proliferazione di nuove cellule cerebrali nell’ippocampo .
I test di memoria, condotti dopo l’esperimento hanno mostrato che i topi “stressati” ottenevano i risultati migliori. Questo tuttavia si notava con più evidenza dopo due settimane dall’esperimento che non due giorni dopo.
«In termini di sopravvivenza – sottolinea Kaufer – la proliferazione delle cellule nervose non aiuta subito dopo lo stress, perché ci vuole tempo affinché le cellule maturino, e divengano neuroni funzionanti».

I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla versione online della rivista scientifica eLife, e suggeriscono alfine che in un ambiente normale, in cui vi siano stimoli stressori acuti nella norma, questi possono mantenere gli esseri viventi in uno stato attivo di vigilanza, e con un maggiore discernimento su cosa sia una reale minaccia o non lo sia.
In sostanza, un po’ si stress può anche essere positivo e mantenerci più efficienti e vigili.