mercoledì 17 aprile 2013

La cellulite oggi si combatte con il freddo


LM&SDP
Non è un metodo del tutto nuovo – è nato infatti negli Usa nel 2005 – ma non è ancora molto conosciuto. E’ la Criolipolisi, ossia la tecnica per eliminare il grasso con il freddo.
A differenza della classica lipolisi o di altre tecniche invasive, questa metodologia promette ottimi risultati in maniera “dolce”, soprattutto per quanto concerne la cellulite.

Ad affliggere la stragrande maggioranza delle donne è proprio questo inestetismo che si presenta nella maggioranza dei casi con pelle a buccia d’arancia, cuscinetti, protuberanze e relativi buchi.
Un problema fastidioso che non risparmia quasi nessuna, e che si sente più vivo proprio con l’arrivo della bella stagione e della fatidica prova bikini.

Come accennato, in questo periodo è tutto un fiorire di proposte commerciali: dalle creme, alle pillole, ai trattamenti manuali. Tra questi, s’inserisce appunto la criolipolisi che è stata oggetto di discussione all’Anti-Aging Medicine World Congress & Medispa tenutosi a Montecarlo, nel Principato di Monaco, dal 4 al 6 aprile 2013.
Qui, gli oltre 8.000 professionisti della salute e dell’estetica hanno avuto modo di conoscere le novità del settore, comprese le nuove macchine che assicurano di eliminare la cellulite con il freddo.

La macchina per la criolipolisi non invasiva, per la cellulite, agisce sugli adipociti favorendone la degradazione naturale per apoptosi (la cosiddetta morte cellulare programmata). Non utilizza aghi né incisioni.
Il pregio di questa tecnica che sfrutta il freddo è che agisce soltanto sul grasso. Alcuni produttori delle nuove macchine per la criolipolisi presentano il loro prodotto utilizzando una efficace metafora: se metto in frigorifero un bicchiere d’acqua, questa diventa soltanto fredda; se vi metto una noce di burro questo invece diviene duro. Il burro è un grasso, l’acqua no. L’azione avverrebbe dunque soltanto sui grassi e non su altri tessuti o liquidi corporei.

Gli esperti del settore assicurano eccellenti risultati dopo soli due mesi di trattamento, con una riduzione visibile fin dalla prima seduta – in genere di riduce l’inestetismo del 30 per cento.
La cellulite avrebbe dunque le ore contate. Unico scoglio potrebbe essere il costo: ogni seduta può infatti costare da 700 a 1.000 euro. A questo punto dipende da quanto è importante fare a meno della cellulite o conviverci serenamente.
Maggiori info sul metodo si possono trovare su: Celluliteitalia.com



Ascoltare musica è come fare sesso


LM&SDP
Ci sono delle azioni che hanno un impatto diverso sul cervello. In particolare, quando facciamo qualcosa che ci piace come, per esempio, assaporare un cibo o fare del sesso, si attivano alcune aree collegate al senso di ricompensa o piacere.

Ecco perché, spesso, quando ci sentiamo giù o proviamo il bisogno di regalarci una qualche sensazione di piacere tendiamo a stimolare la produzione di certe sostanze chimiche da parte del cervello. Nella maggioranza dei casi non ne siamo consapevoli: ci buttiamo sulla fetta di torta o il cioccolatino perché, dopo, ci sentiamo meglio – almeno fintanto che non emerge il senso di colpa.
Allo stesso modo, ci sentiamo bene quando stimoliamo questi processi con attività piacevoli come il sesso.

Capita però che magari non si possa o non si abbiano a disposizione certi “strumenti” di piacere come il cibo anelato o qualcuno con cui infilarsi sotto le lenzuola. Allora, in questo caso, ecco arrivare in soccorso la musica.
Secondo un nuovo studio dei ricercatori della McGill University di Montreal (Canada), e pubblicato suScience, infatti, la musica è in grado di offrire le stesse piacevoli sensazioni del sesso o del cibo preferito.

Il dottor Robert Zatorre e colleghi hanno dimostrato per mezzo di scansioni cerebrali con la risonanza magnetica funzionale che quando si ascolta musica per la prima volta, si attivano diverse aree del cervello che hanno altrettanto diverse funzioni.

A livello neurale, si sono notate attività maggiori durante l’ascolto della musica di aree come le regioni mesolimbiche striatali, soprattutto il nucleo accumben. Come si sa, il sistema del piacere è proprio regolato dal sistema mesolimbico.
Altra attività è stata rilevata nelle regioni associate alla cortecce uditive: le regioni prefrontali amigdala e ventromediale. Tuttavia, queste due attività non sono state associate alla ricompensa.

Secondo i ricercatori, quanto scoperto nello studio è affascinante. Il dottor Zatorre ritiene che la musica sia costituita da una serie di suoni che, di per sé, non hanno alcun valore intrinseco. Però, quando siano disposti insieme in un certo modo, possono agire come un qualcosa che genera un senso di ricompensa. In sostanza, la musica potrebbe sostituire il piacere derivante dal mangiare qualcosa di buono, così come quello scaturente dal fare sesso.
Se poi si riesce a fare tutte e tre le cose insieme…