martedì 8 gennaio 2013

Qualche chilo in più dopo le feste? Fa bene alla salute e si vive di più


Un largo studio revisionale afferma che qualche chilo in più non è deleterio per la salute ma, anzi, chi è moderatamente in sovrappeso ha meno probabilità di morire rispetto a chi ha un peso normale: è l’effetto del “paradosso obesità”
Dopo i pranzi delle feste sono in molti a dover fare i conti con qualche chilo in più.
E così, come ogni anno, a questi eventi si accompagnano le statistiche e i relativi consigli degli esperti per perdere il peso e il grasso accumulato.
Ma deve per forza essere così? Dobbiamo davvero perdere i “chili di troppo”?
Forse no. O, per lo meno, non in misura drastica. Perché, a quanto pare, avere qualche moderato chilo in più mette al riparo da una morte prematura, rispetto a coloro che sono considerati di peso normale.

E’ l’effetto insolito di quello che è stato battezzato come il “paradosso obesità”, per cui chi è moderatamente in sovrappeso pare beneficiare di alcuni vantaggi nei confronti di chi è normopeso.
Si tratta tuttavia di un moderato sovrappeso, fanno notare i ricercatori del US Centers for Disease Control and Prevention’s National Center for Health Statistics. I risultati del loro studio, pubblicati sulJournal of American Medical Association (JAMA), mostrano difatti che i vantaggi sono solo per chi non è obeso; chi invece presenta un Indice di Massa Corporea (BMI) superiore a 35 è più a rischio, dato che questa condizione farebbe aumentare del 29% il rischio di mortalità.

Le buone notizie, come detto, sono invece per coloro che rientrano in un BMI compreso tra 25 e 30: costoro avrebbero un rischio di morte ridotto del 6%, rispetto a chi possiede un BMI tra 18,5 e 25 – considerato normopeso.
Dette conclusioni arrivano dopo che i ricercatori del CDC hanno preso in esame 97 studi internazionali che coinvolgevano circa 3 milioni di persone, e comprendevano 270mila decessi.
A beneficiare di qualche chilo in più, poi, sarebbero in particolare gli anziani e le persone affette da qualche malattia cronica.

A conclusione dello studio, gli esperti ricordano che questo non deve essere uno sprone a mangiare di più, ma i risultati suggeriscono che non tutto il grasso deve essere considerato nocivo.
Insomma, se abbiamo accumulato qualche chilo in più non dobbiamo necessariamente farne un dramma o sentirci in colpa: consultiamoci con un esperto e poi valutiamo se è il caso di restare così o meno.

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La cioccolata calda più buona è quella nella tazza arancione


Anche il colore della tazza può fare la differenza nel gusto della cioccolata calda che, secondo uno studio, risulta più buona se sorbita in una tazza di colore arancione o crema, rispetto alla classica color bianco, o rosso
Possibile che il colore della tazza in cui si serve la cioccolata calda possa influire sulla sua bontà?
Secondo un nuovo studio, sì.

Se avete dunque in programma di servire ai vostri amici o familiari una bella tazza fumante di cioccolata calda, ed essere sicuri di fare bella figura, procuratevi delle tazze di colore arancione o crema: in questo modo la golosa bevanda acquisterà un aroma e un gusto migliore.
«Il colore del contenitore dove vengono serviti cibi e bevande può migliorarne alcuni attributi, come il gusto e l’aroma», afferma nella nota SINC la dottoressa Betina Piqueras-Fiszman, ricercatore presso l’Università Politecnica di Valencia (Spagna).

Sarebbero pertanto le caratteristiche proprie del contenitore a influire su come i nostri sensi percepiscono le proprietà del cibo. E così, a seconda del tipo di contenitore, possiamo percepire come più o meno invitante o gustoso un cibo o bevanda. 
Ecco quanto scoperto da Piqueras-Fiszman, insieme al collega Charles Spence, dell’Università di Oxford (UK), nei confronti dell’effetto sulla cioccolata calda da parte della tazza in cui veniva servita, a 57 volontari che hanno partecipato – molto volentieri – allo studio.

I ricercatori hanno dato da gustare la cioccolata calda servita, di volta in volta, in quattro tazze di colore diverso: bianco, rosso, crema e arancione. Le tazze erano tutte della stessa misura; cambiava solo il colore esterno, mentre il colore interno era bianco per tutte.
I risultati dei test e lo studio sono stati pubblicati sul Journal of Sensory Studies e mostrano come vi fosse una sostanziale differenza di percezione di aroma e gusto a seconda del colore della tazza, nonostante la cioccolata calda fosse sempre la stessa.

Per i partecipanti, quando la cioccolata era servita nelle tazze di colore arancione o crema il sapore e l’aroma erano migliori: ritenevano, in questi casi, che la cioccolata fosse più dolce e aromatica.
«Non c’è una regola fissa a indicare che il sapore e l’aroma siano migliorati in una tazza di un certo colore o tonalità – sottolinea Piqueras-Fiszman – In realtà questo varia a seconda del tipo di alimento, ma la verità è che, dato che comunque tale effetto si verifica, dovrebbe essere prestata una maggiore attenzione al colore del contenitore, poiché ha più influenza di quanto si potrebbe immaginare».
Il cervello pare dunque interpretare le informazioni fornite dalla vista di un cibo non solo in base alle caratteristiche proprie, ma anche dal contenitore in cui è presentato o servito. Questo si traduce in un’informazione preziosa anche per chi vende alimenti o li prepara in un ristorante – o altro esercizio commerciale in cui si preparano e servono cibi e bevande.

Nel nostro piccolo, come accennato, possiamo tuttavia migliorare la percezione della cioccolata calda che andremo a offrire nelle fredde giornate invernali.
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